Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


 

 

 

I luoghi di ritrovo e le attività.

 

- La canonica. Don Santino, un prete anticonformista, forse troppo per la cultura ecclesiastica puritana dei Castelvetresi, aveva la capacità di catalizzare i giovani per le iniziative e per lo spirito molto esuberante. Era riuscito a creare una  compagnia di giovani affiatata e numerosissima, non è mai più successo da allora. Un vero mito, divertente, attivo, assolutamente innocuo, ma eccessivo per le vecchie generazioni. Si dice sia stato indotto al trasferimento, ma ciò non  posso confermarlo. Fu un vero smacco per tutti! Da quel momento la grande compagnia iniziò a sfaldarsi fino a disintegrarsi. La “compagnia del prete” non si riformò mai più così com’era, nonostante tutti gli sforzi dei successori di don Santino.

 

- In castello davanti alla chiesa e il "Circolo ricreativo". Luoghi di ritrovo ottimali per tranquillizzare gli animi dei genitori più apprensivi. Era solo una formalità, da lì si "migrava"  quasi subito in altri posti.

 

- Sotto la torre  dell’orologio, i giardini pubblici, il luogo ideale per giocare a nascondino. I più grandicelli andavano a “giocare” (questa era la parola chiave)  le prime sigarette nei bagni pubblici, un vasto antro sporco e puzzolente,  che si trovava esattamente sotto la piazza, oggi per fortuna è chiuso. Il pacchetto di sigarette veniva occultato dal calzino, sotto i pantaloni lunghi.

 

- Due punti di riferimento per i caldi pomeriggi d’estate erano le  “pompe” dove manualmente si pompava l’acqua da bere con una lunga e pesante leva. Esistono ancora entrambe, anche se in disuso, ma sono state restaurate di recente. Utilissime anche per gavettonare i passanti!

 

- Il campo sportivo che era ubicato quasi di fronte a quello attuale, nell’isolato tra via Gramsci e via don Minzoni, di fronte al bar Meeting 2000, un’area che ora è totalmente urbanizzata.

 

- Il parchetto di cipressi di fronte al cimitero. Rimase un luogo di ritrovo fino agli anni 80 inoltrati.

 

- Nelle calde estati  si andava a fare il bagno alla “Brea” (foto attuale, qui sotto) era una piccola cascata artificiale sul torrente Guerro (foto attuale a fianco). Si trova a circa 1 Km. dopo “casa Gilli” (dove c’è il bivio per Ospitaletto). La distanza da Castelvetro è di circa 7 Km., quindi i più fortunati si facevano trainare dai "grandi" coi motorini, un ciclista a destra ed uno a sinistra. Questi a loro volta erano già carichi in due o addirittura in tre, tutti rigorosamente senza casco, ritenuto  ridicolo. Nella lunga strada non asfaltata, ogni tanto qualcuno cadeva, tutto normale, mai gravi conseguenze e nessuna denuncia come ci si aspetterebbe al giorno d’oggi. Così si “diventava più furbi”!

Una volta arrivati in loco, uno dei divertimenti migliori era cospargere completamente corpo e viso con l’argilla umida (“terra creta”) e lasciarla asciugare. Si assumeva così un aspetto davvero terrificante. Poi il bagno e i tuffi!

Oggi non si capisce come fosse possibile, dato che il torrente Guerro in estate è perennemente in “secca”. A parte questo sarebbe impossibile anche per motivi igienici, la poca acqua che ristagna è solo un liquame fetido. La notte i più grandi venivano in questa zona per catturare delle ottime rane.  A proposito dello stato dei fiumi, il Tiepido a quei tempi era quasi infestato da gamberi, che si catturavano semplicemente con le mani.

 

- Un  luogo perfetto per giocare:  le case che si trovano davanti all’attuale bocciofila, allora in costruzione. Erano piene di insidie ma perfette per  il nascondino e per fare salti acrobatici. Ricordo che una di queste  aveva un enorme mucchio di sabbia proprio sotto. Qui ognuno poteva misurare il proprio coraggio e buttarsi da vari livelli. C’era chi si buttava anche dal secondo piano.

 

- Tutte le nostre attività si svolgevano prevalentemente all’aria aperta. Avevamo costruito  una rudimentale casa sull’albero. Si trovava lungo l'argine, poco prima del macello in via destra Guerro, ma il nostro scarso engeneering e la mancanza di mezzi non ci permisero di completarla fino …all’abitabilità. Ci lavorammo un’intera estate.

 

- Un altro luogo prediletto era il cosiddetto “boschetto di Righi” ad est di Castelvetro, (vedi sequenza foto) nella campagna antistante via Pascoli. Per un lungo periodo è stata la meta fissa di tutti i giorni. L' ex-rifugio di guerra per noi aveva un’attrazione incredibile, per raggiungerlo attraverso il fitto e ripido bosco c’erano due itinerari: la strada lunga e quella corta. Quella lunga  era segnalata con dei simboli che avevamo inciso con la “rampina” sulla corteccia degli alberi. Il rifugio era lungo poche decine di metri, ma si diceva (nessuno però conosceva la fonte) che un lungo cunicolo lo collegava ad altre abitazioni della zona. Noi volevamo scoprire proprio quello. Avevamo addirittura un diario su cui tenevamo annotato il progredire dei pericolosi lavori svolti all’interno. Abbiamo abbattuto  un muro con un grosso martello, per fortuna non era portante, anche se nessuno di noi s’era posto il problema. Abbiamo poi   provato a provocare un’esplosione con una rudimentale Molotov, che per fortuna fece solo un gran fumo! Tutto ciò nella speranza di scoprire l’improbabile continuazione del cunicolo. Uno degli sport preferiti, soprattutto per dimostrare il coraggio, era percorrere tutto il rifugio da soli,  senza candela e fuoriuscire da un buco nella terra soprastante il rifugio stesso.

 

- La campagna era anche un luogo oggetto di incursioni allo scopo di mangiare un po’ di frutta fresca. Ovviamente la cosa non era gradita ai contadini proprietari che ci scacciavano con minacce o fingendo di rincorrerci con dei bastoni in mano. Prendevamo delle gran paure, ma il giorno dopo l’attività continuava in un altro sito. La frutta appena raccolta dall’albero ha effettivamente un altro sapore!

 

- Il "laghetto di Righi". Situato a metà di Via Lunga,  questo luogo  era una gradita meta per passare un pomeriggio in campagna all'aria aperta, come sempre, del resto, nelle calde estati degli anni '70. Inizialmente ci recavamo qui per pescare, ma sempre con scarsi risultati. Successivamente venne considerato maggiormente l'aspetto più ludico, si andava a fare il bagno! In quegli anni non c'era una piscina a portata di motorino, quindi ci si accontentava e si godeva di quella frescura. I genitori, allora, erano veramente permissivi, poche raccomandazioni ...e via! Oggi un fatto del genere sarebbe uno scandalo, considerato che avevamo solo 14 anni e il lago è molto profondo! Devo proprio dire "....altri tempi!" anche se ciò mi fa sentire un po' ....stagionato.

Ricordo che un ragazzo della nostra compagnia, disse che per 500 Lire si sarebbe buttato in acqua vestito con tanto di scarpe. Così fu e venne immortalato (vedi foto, non è un fotomontaggio, Photoshop non esisteva a quei tempi!). Questo episodio però evidenza marcatamente la "bolletta" che dilagava tra i giovani. 500 Lire valevano circa 3 Euro attuali. Chi, al giorno d'oggi, farebbe altrettanto per questa cifra?

 

Oggi (11/08/06) sono andato a rivisitare quel luogo (v. foto) e sono rimasto sbalordito: pensavo che il laghetto non ci fosse più e stavo per andarmene, invece..... Una volta  era completamente scoperto e privo di vegetazione, mentre oggi è racchiuso da un fittissima boscaglia,  con pioppi di oltre 10 metri, tanto che abbiamo dovuto tagliare delle razze per poter penetrare. E' incredibile come il tempo riesca a cambiare radicalmente  le cose senza che ce ne accorgiamo.

Sempre in Via Lunga, c'era anche uno stagno (ora non c'è più) dove d'inverno andavamo a catturare i tritoni, dei piccoli rettili acquatici tipo salamadre, con dei colori sgargianti. Li tenevamo in un vaso d'acqua per un po' di tempo per poi liberarli nuovamente.

 

- Il campetto dietro all'asilo in castello oltre al luogo di approvvigionamento dei pataccini, era un altro luogo di ritrovo comune, ottimo sia per scorrazzare in bici che per una partita a calcio, anche se chi giocava a monte era decisamente avvantaggiato, data la discreta pendenza. Ci si poteva tranquillamente dimenticare la bicicletta anche per alcuni giorni e nessuno si sognava nemmeno di toccarla! Per le "grandi occasioni" sportive si preferiva il campo davanti al cimitero, dove ora hanno costruito il parcheggio.

 

- Ai ragazzetti del Borgo e zone limitrofe che si recavano alla vecchia scuola elementare sita in castello, si presentavano due possibili vie: una detta "Lunga" e una detta "Corta".
La "Lunga" passava per Via XX Settembre e saliva dalla Croce verso la torre dell'orologio. Questa via era prediletta per il ritorno, quando si avevano molte chiacchiere da fare. Per l'andata, quando si era perennemente in ritardo, era invece prediletta la "Corta" che tagliava invece per le scalette.
Andando per le scalette poi si poteva ancora scegliere tra una via "Lunga", più agevole, ed una Corta, più impervia ma accattivante agli occhi degli allora monelli. Il bivio si trovava alla colonnina votiva. A sinistra c'era la "Lunga" che ancora oggi porta verso la piazza e a destra la "Corta" ora sistemata e ripulita ma senza sbocco. La "Corta" era piena di erbacce e ortiche e qualcuno diceva anche di vipere appostate e pronte all'attacco, terminava con una scala di legno un po' marcio e poco sicuro che raggiungeva la scacchiera. All'inizio della malandata scaletta di legno c'erano anche i fetidi e luridi bagni pubblici. Ricordo gli orinatoi verticali che erano marron anzichè bianchi e pieni di cicche lasciate da monelli fumatori abusivi e precoci!

 

 


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