Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


 

 

Le "Bande"

 

Al contrario di adesso, Castelvetro durante il pomeriggio era popolato da bambini di tutte le età riuniti in gruppi (“le bande”). Queste si differenziavano per età e per locazione. Ogni banda aveva il proprio luogo di ritrovo ed era abbastanza consueto che si formassero delle antipatie  che portavano inevitabilmente ad uno scontro (“le guerre”).

Armati fino ai denti, con fionde rigorosamente  fatte artigianalmente: un rametto a Y, i famosi elastici "quadrettoni” acquistati nell' emporio di Didaco e una pezza di pelle scroccata al calzolaio Celestino. Altre armi: roncole (“le rampine”), cerbottane, una corda con legato un grosso sasso (“pelotas”) e i classici pugni pieni di piccoli sassi.

Evidentemente eravamo  tutti discretamente responsabili: non ricordo alcun incidente serio. Dopo la dichiarazione di guerra a volte si definiva il luogo del confronto. Le due bande si disponevano quindi  una di fronte all’altra a distanza di sicurezza. Per fortuna molto spesso tutto finiva in minacce, insulti e parolacce. Naturalmente qualche piccolo sasso tirato a mano partiva e arrivava anche a destinazione ma sempre senza conseguenze.

 

Hanno fatto epoca le “guerre dei pataccini” un piccolo frutto verde  prodotto in abbondanza nei mesi estivi da quelle piante  che formano il parco della ex-scuola elementare (foto a fianco). Questo piccolo frutto era perfetto per essere usato come “stuffione” per la cerbottana, pure questa costruita artigianalmente. In questo periodo la ferramenta di Ombrellucci veniva presa letteralmente d’assalto. Tutti i ragazzini andavano a farsi tagliare 30 cm. di tubo metallico nero. Questo veniva poi personalizzato col nastro adesivo colorato, c’era chi aveva addirittura l’impugnatura.

Per un mese circa, era guerra totale. Gli alberi, abbastanza alti, erano infestati dai ragazzini che facevano le loro scorte di munizioni.  La cosa più odiosa era il cecchinaggio. Mentre passeggiavi tranquillo ti poteva arrivare da punto o da una persona non identificata un bel pataccino nel posteriore o nelle gambe nude, era l'equivalente di un vigoroso pizzicotto! C’era poi chi sparava a raffica, si riempiva la bocca con questi frutti e iniziava a mitragliare.

Nonostante, anche in questo caso, poteva esistere un certo livello di pericolosità, non si sono mai verificate conseguenze spiacevoli per nessuno. Inoltre erano battaglie amichevoli, il periodo era vissuto come un’estensione del carnevale,  era quasi una festa.

 

 


 

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