Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


Come cambia il mare.

 

Non solo a Castelvetro cambiano le cose, ecco un po' di ricordi personali.

Nei primi anni della mia infanzia, precisamente fino al 1966, come tutti gli emiliani ci recavamo nelle mete classiche della nostra riviera, al massimo si arrivava in Versilia, non  c'erano molte alternative, o meglio, non costumavano altre mete. Riguardo al viaggio da intraprendere, direi che poco sia cambiato da allora, ricordo però le numerose automobili col motore fumante ferme nella corsia di emergenza della caotica autostrada. Anche nelle varie località balneari, c'era tanto traffico, tanta gente, spiagge con dieci e più file di ombrelloni, tutto è rimasto sorprendentemente simile ad oggi. Osservando i bagni, i lidi e le costruzioni sembra proprio che il tempo sia fermo da allora.

Ma spostandosi dalla nostra riviera, gli anni hanno davvero rivoluzionato tutto. Nel '66 mio padre andava occasionalmente  in Calabria per motivi di lavoro e rimase incantato da quegli splendidi luoghi, dalla loro cultura, dal cibo, dal clima e dal mare blu cristallino. Così l'anno successivo ci portò in vacanza a Copanello, nell'omonimo Motel, nonostante alcune titubanze iniziali.  Il motel, in una posizione splendida, era gestito da Giovanni Gatti, un modenese che venne  in esiliato in Calabria nel dopoguerra e sposato con Elvira Marincola Cattaneo, una baronessa del luogo. Ricordo anche l'eccellente cuoco Scacchetti,  le stanze del motel dove era molto probabile ritrovarsi in compagnia di qualche simpatico geco sul soffitto e la mitica terrazza a picco sul mare. La Calabria divento la nostra meta predefinita per ben 9 anni consecutivi.

Il viaggio era  facile a dirsi ma non a farsi, considerati i mezzi e le strade di allora! Percorrere 1.050 Km. a quei tempi era quasi un impresa,  tuttora è una distanza ragguardevole. Con la nostra Fiat 125, io, mia madre e mio fratello, il primo giorno arrivavamo a Napoli, poi, dopo essere "sopravissuti" al tratto Napoli-Salerno (da sempre in stato pietoso, molto trafficato e ulteriormente peggiorato dalla guida "nervosetta" dei napoletani), l'autostrada finiva ed iniziava un lungo e tortuoso tratto di montagna, pernottavamo esausti a Lagonegro.

Arrivati in Calabria, tutte le volte che si incontrava un'automobile con targa emiliana iniziava una serie interminabile di saluti e smancerie reciproche dal finestrino, in un mese questa occasione non accadeva più di una dozzina di volte, era davvero una rarità. Questo era dovuto, forse, ad una questione culturale: a quei tempi un abitante del nord Italia non aveva proprio nessuna voglia, interesse, moda o incentivo per visitare la Calabria, non costumava proprio (ma quanto si sbagliavano!).

A Catanzaro Lido era d'obbligo concedersi un buon latte di mandorla (quello vero) con un cornetto, una granita al limone o al caffè, anche queste senza sciroppi, ma con la materia prima. Oggi sono bevande comuni, ma negli anni '60 queste due prelibatezze erano quasi sconosciute dalle nostre parti, come potrebbero esserlo ancora oggi i mostaccioli (biscotti al miele durissimi e decorati), il capicollo, la sopressata e la 'nduja (simili a coppa, salame e salciccia piccante). Anche fare una telefonata a Modena era un'impresa, oltre che costosissimo. Ricordo quelle cabine sporche e puzzolenti dove la comunicazione interurbana doveva essere prenotata ad una signorina della SIP, questa poi, dopo essersi messa in contatto col destinatario, richiamava il mittente. Ciò avveniva normalmente entro  10-15 minuti, ma non sempre si riusciva al primo colpo, di tanto in tanto bisognava fare il sollecito. Ma alla fine udire una voce cara a 1000 km. di distanza si provava una sensazione di grande gioia dal sapore un po' magico.

Appena scesi dall'automobile, si veniva talvolta circondati da bambini, tra i 5 e i 10 anni di età, erano sporchissimi, spesso scalzi, i vestiti erano stracciati e pieni di placche  untuose. Questi chiedevano qualche moneta tirandoci per i vestiti, i più scaltri si fingevano parcheggiatori o altri semplicemente chiedevano amicizia per poter poi usufruire dei nostri giocattoli. Spesso era una situazione assai imbarazzante. Le automobili erano dei catorci indescrivibili, sovente con la ruggine passante. 

I paesi, praticamente deserti nelle ore più calde, erano frequentati dalle classiche comari vestite di nero col cesto di vimini in equilibrio sulla testa, da qualche anziano signore sul dorso del mulo e da tanti, tantissimi cani e gatti randagi assai denutriti. Purtroppo era molto frequente trovare delle fetide carogne di questi, sui cigli delle strade. La maggioranza delle spiagge erano deserte, chilometri e chilometri di costa con un mare stupendo, senza un'anima viva  e prive di qualsiasi struttura. Solo alla domenica si poteva incontrare qualche abitante del posto, mentre i turisti erano mosche bianche. Il concetto di queste vacanze era molto diverso dallo standard: servizi e comodità inesistenti, ma poca gente, mare stupendo e prezzi bassi.

Per vari motivi, nel 1974, anziché andare in auto mi spedirono in treno assieme a mia nonna. Per evitare di essere appiedati a Catanzaro Lido, mio zio (che ci ospitava)  procurò un' ultradecennale Vespa 50 color verde pisello (v.foto). Quello era il mezzo di trasporto per raggiungere quotidianamente Pietragrande, circa 30 Km. per la statale Ionica, molto trafficata da camion. Io, appena quattordicenne, caricavo la nonna, rigorosamente seduta di traverso, non a cavalcioni e in più la voluminosa borsa del mare. Naturalmente eravamo  senza casco. Il convoglio era assai sbilanciato, ma fortunatamente o fortuitamente, non ci sono state conseguenze. Una follia, ancor oggi mi si accappona la pelle, ripensandoci! Quello stesso anno mio fratello, neopatentato, ci raggiunse con una Fiat 500! Da notare la foto: nello sfondo ci sono delle villette turistiche, queste erano il soggetto principale dello scatto,  una vera innovazione per quei tempi.

Anno dopo anno, infatti, abbiamo visto la lenta e inesorabile urbanizzazione ed evoluzione  del turismo. Nelle più belle località, tipo Pietragrande, (v.foto)  hanno iniziato a costruire bar, ristoranti, case ed infine villaggi turistici.

Nel 2005 siamo tornati a visitare questi posti incantevoli. Il Motel Copanello, data la posizione splendida, ora è sede di un museo, (vi consiglio di visitare almeno il sito, molto interessante). I bambini delle località balneari sono impeccabili, vestiti con tanto di griffe, mentre  i ragazzi viaggiano con automobili nuove fiammanti. Questo mi ha fatto molto piacere, nonostante nei paesi interni (nella Sila) ci sia ancora molta povertà. I tratti di costa più belli sono sovraffollati, a Pietragrande ci hanno addirittura cacciato perchè non avevamo pagato il biglietto di ingresso! (ma le coste non sono proprietà demaniale??) Scostandosi dalle mete più blasonate, la Calabria è rimasta molto selvaggia ed inviolata. Da Catanzaro Lido, sia verso nord che verso sud ci sono tuttora  interminabili spiagge deserte, con un mare perfettamente cristallino. Esattamente come allora, gli scooter caricano un'intera famiglia di tre persone, tutti rigorosamente senza casco e sfrecciano indisturbati davanti ai vigili urbani. W la libertà!

Resterò per sempre un po'  stregato da quei luoghi, che hanno cambiato il mio modo di interpretare il concetto di vacanza ed anche le abitudini alimentari! Da allora infatti facciamo un largo uso di peperoncino piccante, che coltiviamo e lo aggiungiamo praticamente a tutte le portate....

 

Su richiesta di Giovanni Gatti, l'attuale proprietario del ex Motel Copanello ora Museo Naturalistico Libero Gatti, riporto qui i miei ricordi: Saluti dal Motel Copanello

 

 

 

 

 


Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini